Quanti passi al giorno bisogna fare per evitare lo scompenso cardiaco: un nuovo studio rivela il numero esatto

Per evitare lo scompenso cardiaco servono esercizio e dieta equilibrata: ma in pochi sanno quanti passi bisogna fare al giorno.

L’attività fisica, si sa, fa bene al nostro corpo – fisico e mente – ci mantiene in forma e, unita ad una dieta equilibrata, riduce il rischio di ammalarsi di determinate patologie. Non tutti però, per vari motivi, riescono a ritagliarsi il giusto spazio durante una giornata per fare qualche esercizio. Eppure basterebbero pochi minuti al giorno per cambiare radicalmente il nostro corpo e rimetterci in salute.

Donne che camminano
Quanti passi al giorno bisogna fare per evitare lo scompenso cardiaco: un nuovo studio rivela il numero esatto – Thestreetmuse.it

Non stiamo parlando, dunque, di duri allenamenti in palestra, bensì di una rigenerante camminata all’aperto, altamente consigliata con l’arrivo della bella stagione. Potrebbe sembrare poco, in realtà ritagliarci una mezz’oretta durante la giornata per fare quattro passi è un’abitudine sana e soprattutto semplice da assimilare.

Quanti passi fare al giorno: così eviti lo scompenso cardiaco

Un recente studio pubblicato dall’Università di Buffalo, negli Stati Uniti, ha evidenziato che non sono – come prima si credeva e raccomandava – diecimila passi al giorno per abbassare il rischio di malori e malattie collegate al sistema cardio-vascolare. Secondo alcuni ricercatori, che hanno pubblicato un articolo su Jama Cardiology, ne bastano infatti tre mila, numero certamente alla portata di molti. Alla ricerca hanno partecipato sei mila donne di età compresa tra i 63 e i 99 anni: gli studiosi hanno notato che, con una media di 3.600 passi al giorno, il rischio di sviluppare un’insufficienza cardiaca è calato del 26%.

Donne che camminano
Quanti passi fare al giorno: così eviti lo scompenso cardiaco – Thestreetmuse.it

Sono numeri davvero importanti e che testimoniano, ancora una volta, l’importanza dell’attività fisica anche nella terza età. Ma come è avvenuta la ricerca? L’attività fisica delle donne coinvolte nel progetto di ricerca è stata misurata con uno strumento che si chiama accelerometro ed è durato ben 7 anni e mezzo. Gli studiosi hanno calcolato il tempo di sedentarietà paragonato ai rischi di scompenso cardiaco: ogni 90 minuti di sedentarietà i rischi di scompenso cardiaco aumentavano del 17%, mentre se si portavano a termine mezz’ora di attività al giorno intensa (70 minuti per quella moderata), le probabilità crollavano del 16%.

Il professore Michael J. La Monte, docente di epidemiologia e salute ambientale presso la School of Public Health and Health Professions, ha spiegato: “Accumulare 3.000 passi al giorno potrebbe essere un obiettivo ragionevole, coerente con la quantità di attività quotidiana svolta dalle donne in questo studio. Nelle donne anziane deambulanti, quantità maggiori di attività quotidiane abituali di intensità leggera e moderata sono state associate a un minor rischio di sviluppare insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata, indipendentemente dai fattori demografici e clinici associati al rischio di insufficienza cardiaca”.

La Monte ha concluso: “Si tratta di uno studio unico nel suo genere perché ha preso in esame due tipologie specifiche (le più comuni) di insufficienza cardiaca chiamate ‘eiezione ridotta (HFrEF)’ e ‘preservata ((HFpEF)’. Si tratta di una scoperta importante e unica del nostro studio, perché sono pochissimi i dati pubblicati sull’attività fisica e l’HFpEF, quindi stiamo fornendo nuove informazioni su cui altri studi potranno basarsi”. Queste nuove evidenze scientifiche saranno utili per la costituzione di nuove linee guida per gli anziani e per la prevenzione degli scompensi cardiaci.

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